A pochi passi dal caos cittadino da qualche mese è nato IoBio ristorante e giardino biologico in Via Gaetano La Loggia, 124. Un’oasi di pace dove potersi rifugiare senza il bisogno di percorrere Km e Km in auto, dove ritrovare il contatto con la natura. Infatti, la costruzione di circa mezzo ettaro comprende, oltre al ristorante, dei terreni coltivati con verdure, ortaggi, alberi da frutto e tanti tanti animali: galline, tacchini, oche, quaglie, conigli, capre tibetane, pavoni, fagiani e chi più ne ha più ne metta! L’ambiente, rilassato ed informale, perfetto per le famiglie e soprattutto per i bambini che non potranno che giovare di un’esperienza del genere.
Noi siamo tornate bambine (soprattutto Laura), alla vista della piccola fattoria dove gli animali possono gironzolare, giocare tra di loro e correre in libertà. Ci hanno accolto vari versi: dal chiocciare della gallina, allo starnazzare delle oche, al belare delle capre, fino al goglottare del tacchino. Sicuramente suoni che non sentiamo spesso. Un’altra bella scoperta è che una parte della produzione dell’orto diventa il mangime (oltre ovviamente ad avere uno scopo didattico) e che gli animali sembrano essere abbastanza a proprio agio con le persone. Guardavano con sospetto solo Roberta, ma non è difficile capirne il perchè ahaha.
Il format è stato creato dallo chef Marco Piraino (in collaborazione con Giuseppe Giuffrè, noto chef trapanese) che ha voluto offrire alla città una proposta gastronomica ed esperienziale completamente diversa dall’offerta preesistente.
Il locale è intimo e delizioso, i toni del bianco e del legno chiaro sono predominanti, insieme al verde ed ai dettagli che richiamano la natura; graziose anche le decorazioni realizzate con la pasta, le cassettine di legno, le piantine, i fiori. C’è anche un piccolo spazio esterno perfetto in vista della bella stagione e delle prime giornate primaverili.
Il menu è molto semplice, è possibile scegliere tra piatti a base di carne, di pesce o vegetariani che vengono realizzati con prodotti del territorio (dalla pasta al riso, dalle farine alla frutta secca, dalla carne al pesce) e che seguono la stagionalità. Noi ci siamo sbizzarrite perchè si sa che stare all’aria aperta mette appetito ahah.
Roberta ha iniziato con le arancinette agli agrumi con scamorza affumicata. Ottime! Appetitose già alla vista, la panatura era croccante ed asciutta, il riso non proprio sgranato ma comunque gradevole, l’aroma dell’arancia si sposava benissimo con l’affumicato della scamorza, sgrassava e conferiva freschezza alle arancinette. Poi ha optato per la pasta fresca di grano duro con carciofi e ragù di pesci bianchi. La pasta era davvero ben fatta, callosa e cotta alla perfezione. Sia il carciofo che il ragù di pesce bianco (cambia in base al pescato e quel giorno era di spigola) sono molto delicati ma l’insieme era piacevole ed anche stavolta arricchito da un aroma agrumato. Laura, invece, ha optato per i bocconcini di suino nero con salsa di cipolle, ovvero un involtino di pancetta di suino con all’interno un formaggio a pasta filata (i salumi, i formaggi e la carne sono di Trazzere del Gusto). Un sapore sicuramente deciso, grasso, ricco per un antipasto che nella sua semplicità non può non piacere. Ha continuato con gli spaghetti al pistacchio, un altro piatto molto semplice, delicato e tradizionale, realizzato con pasta di semola di grano duro dell’azienda Forno Santa Rita di Caltanissetta (tutte le paste e le farine utilizzate sono di quest’azienda). Forse il piatto che in assoluto ci è piaciuto di più, perchè nella semplicità – a tratti difficoltà – di usare e manipolare un solo ingrediente (il pistacchio abusato in giro), si è riusciti a realizzare un primo veramente completo che è arrivato dritto al cuore!
Abbiamo voluto provare anche un secondo ed abbiamo scelto il polletto ruspante in umido; profumatissimo, buono, tenero, saporito, un piatto rustico che ricorda le preparazioni casalinghe e riporta all’infanzia.
Dulcis in fundo, Laura ha concluso con il dolce regno delle due Sicilie: crumble al cioccolato, bavarese al babà e sorbetto al limone. Sicuramente un dolce che in bocca si fa notare immediatamente: consistenze, temperature, sapori, tutto racconta il Sud e quanto sia difficile far convivere queste tre sensazioni senza che nessuna prevarichi sull’altra. Arriva subito la lotta tra la dolcezza, l’acidità e l’amaro, le consistenze si mischiano, ti confondono, e le differenze di temperatura danno il colpo di grazia. Da provare!
Mentre Roberta ha scelto il Tiramisù, classico con l’aggiunta di una riduzione di Rum. Non è scontato che venga fatto bene ma nonostante lei non ami l’aggiunta di liquori nei dolci era molto buono!
Non solo ristorante, IoBio è aperto già dalla mattina (ma è chiuso per cena) ed offre una buona colazione che consiste in un’ampia scelta di prodotti preparati sempre con ingredienti sani ed a Km 0. Insomma, è il posto ideale per godere di un’esperienza rigenerante e rilassante, scegliete voi l’occasione e fateci sapere!