Oggi facciamo una piccola variazione sul tema cibo, ma vedrete che alla fine il cibo è sempre protagonista, per dedicarci ad un altro settore che ci appassiona molto: l’ospitalità.
In questa strana estate segnata da restrizioni, ordinanze e chi più ne ha più ne metta, ci sentiamo fortunate ad avere nei nostri dintorni in particolare, nella nostra isola in generale, dei luoghi di incredibile bellezza tutti da scoprire. A poco più di un’ora di auto da Palermo, in quel di Polizzi Generosa e precisamente in Contrada Susafa, nacque nel lontano 1870 la Masseria Susafa.
La storia di Susafa è quella della famiglia Saeli – Rizzuto che da cinque generazioni si occupa di imprenditoria agricola ed accoglienza nel pieno rispetto della natura. La cura nei confronti dell’ospite, il sapiente incontro tra l’antico modo di vivere in campagna ed i moderni comfort e l’affascinante struttura sono i punti di forza della masseria.
Oggi al timone della masseria ci sono Manfredi e Tommaso Saeli Rizzuto; il primo guidato dall’amore per la cucina e per la cura dei dettagli si è occupato della realizzazione degli spazi interni e si dedica alla parte relativa alla ristorazione, Tommaso, invece, ha apportato uno sguardo moderno per quanto riguarda le esigenze degli ospiti ed i comfort. Più creativo il primo, più concreto il secondo formano un’accoppiata vincente.
Seguendo la contemporanea visione dell’accoglienza per la quale non bastano più la bellezza e funzionalità del luogo e neanche la cordialità nel trattamento degli ospiti, i due padroni di casa puntano tutto sull’esperienza che deve essere, chiaramente, memorabile. Gli ambienti sono caldi, accoglienti, distanti dalle ipermoderne e talvolta un po’ fredde realtà cittadine.
La scelta della famiglia di creare la masseria e di iniziare a produrre grano fu, probabilmente, un’operazione di natura esclusivamente economica. Dopo l’Unità d’Italia e l’apertura delle vendite verso il Nord Italia, infatti, Cavour vietò la produzione di riso in Sicilia quindi molti proprietari terrieri ripiegarono sul grano rendendo la nostra regione il “Granaio d’Italia”.
La costruzione della struttura risale agli ultimi decenni del 1800 e partì da un’unica stanca che era un magazzino isolato. Oggi è possibile vedere ancora le cerchiature delle finestre originali che sono poi state chiuse durante la realizzazione della fabbrica nella masseria. È evidente la differenza tra la costruzione di questa stanza ed il resto della costruzione, in quanto qui troviamo un’orditura di pietre completamente irregolari, come se fossero state poggiate in modo quasi casuale mentre negli altri spazi la tecnica utilizzata è molto più complessa, ovvero quella dei Red Bricks (mattoncini rossi) che vengono messi a “cuci e scuci” ma con un doppio incastro tridimensionale. L’edificio è molto umido e proprio per tamponare questo problema tutti i magazzini erano rivestiti di catrame, del quale ci sono ancora delle tracce evidenti nonostante sia stato rimosso nel corso della ristrutturazione. La masseria era anche fortificata, in quanto nel periodo nel quale fu costruita si era sviluppato il fenomeno del brigantaggio e realtà come queste erano particolarmente appetibili data l’abbondanza di prodotti che contenevano. Tutto il perimetro del casolare è ricco di feritoie che erano funzionali per la protezione dello stesso.
La proprietà contava all’inizio 1200 ettari, in seguito alla riforma agraria fu ridotta a 700 che oggi sono quasi 600 di terreni vocati alla produzione cerealicola. Il risultato sono circa 10.000 quintali di grano non convenzionale di varietà Duilio, probabilmente integrata negli anni 70 ed ancora in uso nonostante non sia di grandissimo pregio. Negli ultimi tre anni la famiglia ha avviato un’opera di riconversione in biologico e di introduzione di varietà come la Timilia e la Maiorca.
Susafa è un’espressione che presumibilmente ha una radice araba, infatti, nella zona c’è stato un insediamento arabo. Indagando sull’origine di questa radice non ci sono stati risultati storici certi ma le voci degli anziani della zona raccontano che il nome Susafa è un acronimo del modo di dire “Su sapi fari” ed è il termine con il quale chi non viveva a Susafa definiva le persone che la abitavano e quindi coloro che sapevano fare.
Susafa nasce nel 1200 ed era un bene della chiesa che venne affidato ai Cavalieri Teutonici, ovvero, quei cavalieri della chiesa che avevano il controllo sui possedimenti del Regno delle Due Sicilie per conto dell’Impero Borbonico. Da li si sviluppò una comunità autosufficiente che raggiunse circa 600 persone e così nacque l’acronimo.
Nel 1800 quando la masseria venne rilevata dalla famiglia di Manfredi e Tommaso, questa comunità era ancora vivissima e si sviluppò fino alla riforma agraria. Intorno agli anni 50/60 del secolo scorso, a seguito della riforma della mezzadria che come sappiamo causò lo spopolamento delle campagne a favore delle città, l’azienda cambia volto.
I Saeli – Rizzuto si ritrovarono davanti ad un bivio e decisero di radere tutto al suolo, eliminando la vigna e l’orto e massimizzando la produzione di grano. Nel 2000 iniziò la ricostruzione mentre l’apertura al pubblico seguirà nel 2004. È stato un lavoro minuzioso quello fatto per riportare la masseria agli antichi splendori e restituirle l’atmosfera ormai persa, sono stati reinseriti l’orto, il giardino della frutta, ecc…
Il 2020 ha segnato una svolta per Susafa. Manfredi e Tommaso non si fermano mai e per questo hanno ideato il progetto “Seminiamo il futuro”, un programma che pone al centro sostenibilità e territorio.
Lo scopo è quello di diminuire drasticamente la filiera, alimentando la condivisione e la partecipazione e permettendo a tutti di vivere direttamente il rapporto con la terra. Grazie ad un modello di adozioni ed ai privilegi dedicati ai membri di questo progetto la campagna arriva direttamente a casa.
L’idea stessa di adozione potrebbe servire, sostiene Manfredi, non solo ad aiutare l’agricoltura a produrre in modo molto più efficace, rivedendo l’attuale sistema dei consumi, ma anche e soprattutto a diminuire gli sprechi e sensibilizzare il consumatore finale. In quest’ottica, parallelamente al progetto Susafa, la famiglia ne sta portando avanti un altro definito di “Consumo Tabellare”. In cosa consiste? Riportiamo l’esempio utilizzato da Manfredi che ci sembra molto semplice e chiaro da capire: se, ad esempio, un consumatore X sapesse di consumare 40 kg di pasta all’anno, questo consumo potrebbe essere in qualche modo programmato non solo nella produzione ma anche nell’estensione dei terreni. Dunque, se tramite il sistema delle adozioni riuscissero a coprire tutti gli ettari coltivati a grano, avrebbero ottimizzato la produzione, garantito all’azienda agricola un mercato sicuro ed abbattuto completamente gli sprechi. Questo modello è estendibile ad una grande quantità di prodotti, non tutti ma molti. Susafa ha iniziato con le ciliegie, il grano, l’olio e prossimamente sarà possibile adottare anche un orto (in questo caso l’adozione potrebbe essere vincolata ad un periodo di produzione, una stagione, oppure comprenderli tutti).
Un’adozione che non vuole avere solo un aspetto “affettivo” ma anche di conoscenza e di attenzione verso i frutti che poi gli affiliati riceveranno a casa. Le adozioni possono riguardare un albero di ciliegio, dà diritto a 12 barattoli da 314g di marmellata di ciliegie, un albero di ulivo, dà diritto a 10 L di olio extra vergine in taniche da 5L, un campo di grano, dà diritto a 30 kg di farina o 20 kg di pasta a partire da agosto. Presto sarà possibile adottare anche un orto.
I pacchetti disponibili sono 3:
-Bronze: la quota è di Euro 100 e dà diritto a un’adozione a scelta tra: un albero di ciliegio, un albero di ulivo o un appezzamento del campo di grano (a partire da luglio);
-Silver: la quota è di Euro 200 e dà diritto a due adozioni a scelta tra: un albero di ciliegio, un albero di ulivo, un appezzamento del campo di grano (a partire da luglio). È valida anche la scelta di adozioni della stessa tipologia;
-Gold: la quota è di Euro 300 e dà diritto a tre adozioni a scelta tra: un albero di ciliegio, di ulivo, un appezzamento del campo di grano (a partire da luglio). È valida anche la scelta di adozioni della stessa tipologia.
I benefit derivanti dalle adozioni riguardano anche una scontistica dedicata ai membri di Seminiamo il futuro, da spendere nei servizi di ospitalità offerti dalla masseria Susafa o nell’acquisto di prodotti. Possibilmente, nel prossimo futuro, verranno inserite altre aziende che apporteranno diversi prodotti. Tutto questo da la possibilità anche ai membri della comunità di seguire le varie attività da remoto tramite il loro sito, in questo modo l’esperienza di Susafa non si ferma alla fine del viaggio ma continua anche da casa.
Il grosso del lavoro che stanno svolgendo ed organizzando ha l’obiettivo di sensibilizzare ed educare il consumatore, far si che questo interiorizzi i valori dell’azienda facendoli propri.
Fiore all’occhiello di Susafa è il ristorante o per meglio dire la cucina. Una cucina fortemente ancorata alla tradizione contadina regionale ed alla stagionalità dei prodotti che qui viene seguita passo dopo passo. Dalle erbe aromatiche, alla frutta, qui si cerca di produrre il più possibile abbattendo i km. L’offerta prevede sia un menu fisso che un menu alla carta mentre la carta dei vini predilige i vini siciliani ma contiene anche una selezione di vini provenienti da altre regioni.
Il profumo del pane appena sfornato, dell’olio di loro produzione, delle verdure dell’orto, queste sono le sensazioni che risvegliano il nostro spirito più autentico.
La famiglia Saeli – Rizzuto si dedica, fin dalle origini, alla produzione di Olio Extra Vergine di Oliva. La cultivar da loro prescelta per quest’olio biologico (dal 2009) è la Biancolilla 100%, disponibile in due formati: vetro e latta. Una delle tante chicche è la possibilità di passeggiare nell’orto con lo chef, scambiando qualche chiacchiere sui vari prodotti e sul menu serale. L’atmosfera è suggestiva: pareti in pietra, pavimento in cotto siciliano, frammenti storici per mobili e oggetti.
Oltre al ristorante, c’è anche un bar che è stato realizzato all’interno di quello che era l’antico palmento. Immaginate la sensazione di degustare un calice di vino nel luogo dove un tempo questo veniva prodotto. Non solo wine bar ma anche una confortevole zona living e la sala HI FI, Home theatre.
Andiamo alle esperienze proposte. Intanto le cooking classes, partono dall’orto per poi arrivare in cucina. In questo modo i partecipanti hanno l’opportunità di entrare in contatto con la natura e con i frutti della terra che poi adopereranno in cucina. I corsi durano 2 ore e si svolgono nella cucina di Susafa che coordina la classe con l’aiuto di un traduttore, quando necessario. Ce ne sono varie, ad esempio il Corso di cucina siciliana e sulla salsa di pomodoro o quello sui Cannoli siciliani. Poi ci sono le degustazioni di vini siciliani che permettono di esplorare l’isola attraverso i suoi vini. Inoltre, escursioni naturalistiche, tour dei villaggi delle Madonie, osservazione della luna e delle stelle ma anche massaggi, lezioni di yoga e poi tante altre esperienze legate alle stagioni come la raccolta del grano, ecc… dunque un’ampia gamma di offerte pronti a soddisfare i bisogni di ogni singolo ospite.
Dopo aver visitato la struttura ed aver conosciuto tutti i risvolti del progetto Susafa, ci siamo spostati a bordo di un trattore – bus (sedute sopra delle balle di fieno – in stile molto country) tra i campi di grano e lì abbiamo assistito alla storia dell’antica mietitura del grano in Sicilia.
Dopo questa meravigliosa raffigurazione della mietitura del grano, ci siamo godute un pranzo da sogno. Di solito siamo abituati ai locali vista mare… in questo caso, la vista era davvero sorprendente perchè era color oro! Eravamo immersi in un campo di grano che si perdeva a vista d’occhio. Il pranzo è stato forse uno dei più belli della nostra vita perchè abbiamo toccato e vissuto al 100% il contatto con la natura.
Tutto a base di prodotti rigorosamente coltivati e lavorati in loco. Sapori autentici e prodotti semplici che ci hanno fatto amare ancora di più l’esperienza vissuta.
Il nostro banchetto? Un tripudio di farinacei, ovviamente! Pane arrotolato con verdure dell’orto di Susafa con cipolla, tenerumi e zucchina, patè di ceci di Valledolmo e di melanzane dell’ orto accompagnati dalla faccia di vecchia cotta ad alte temperature, ricotta calda, frociette in agrodolce – polpettine di pane- e tanto pane: di semola, di Tumminia, di Maiorca e anche le Muffolette per far il pane cunzatu con tutti i suoi ingredienti.
…e poi per terminare in bellezza, abbiamo partecipato ad una masterclass sul pane! Acqua, farina, lievito di birra, sale e zucchero per un pane memorabile! Ringraziamo la nostra maestra Maria Siragusa per la competenza e la gentilezza che ci ha regalato!
Tranquillità, comfort, silenzio, natura… Susafa è un’oasi di ristoro per chi vuole ritrovare la calma e godersi i ritmi lenti della campagna senza rinunciare allo stile, alla comodità ed ovviamente il gusto!