Nuova cena, nuova scoperta. Siamo state invitate alla presentazione del nuovo menu autunnale del ristorante Acanto, Via Torrearsa 10, a Palermo. Acanto esiste già da tanti anni ma è solo dal 2015 che appartiene all’attuale proprietà. Il locale è delizioso, moderno ed ha un giardino interno perfetto per l’estate ma anche per il nostro mite autunno.
L’accoglienza è stata calorosa e familiare, i titolari Salvo Andò e la moglie Rosaria Burzotta ci hanno seguiti per tutta la cena con premura e cortesia, coordinando lo staff alla perfezione.
Oggi, l’Acanto, è prevalentemente un ristorante ma offre un’offerta abbastanza variegata: dalla ristorazione tradizionale, al sushi alla mixology. Il menu che abbiamo degustato è un estratto di quello autunnale ed è stato ideato e realizzato dallo chef Salvatore Giuliano. La sua filosofia è si quella di privilegiare ed onorare le eccellenze siciliane, senza però privarsi di prodotti altrettanto encomiabili provenienti dall’Italia e dall’estero.
La cena si è aperta con l’Amuse Bouche: tartare di tonno con crema di lattuga. Ormai lo sapete tutti che abbiamo una passione smodata per il crudo, soprattutto di pesce, quindi per noi non poteva esserci inizio migliore. La tartare è stata accompagnata da un cocktail preparato dal barman Andrea Faraci: rum aromatizzato al basilico, succo di lime, estratto di passion fruit, acqua Faba: fresco, leggero e perfettamente in sintonia con il tonno.
Andiamo agli antipasti: scaloppa di foie gras d’anatra, crudo di gambero rosso di Mazara, maionese di sedano ed il suo brodo e Calamaro saltato al timo su fonduta con bottarga e lime. Il primo antipasto è stato sorprendente, ricco, equilibrato, interessante. A volte non è semplice mettere insieme ingredienti così pregiati senza che uno prevalga sull’altro ma in questo caso ogni elemento era in armonia con l’altro.
Insieme a questo abbiamo bevuto il Planeta Brut Metodo Classico e che dire, le bollicine sono l’ideale per smorzare piatti grassi come questo! Un Metodo Classico da uve autoctone, 100% Carricante che alla vista regala uno splendente giallo paglierino ed un perlage fine e sottile; al naso risulta fruttato e minerale, mentre in bocca si rivela morbido, ricco e fresco con note di frutto della passione.
Sempre più spesso si vedono abbinamenti tra pesce e formaggio, c’è chi li detesta e chi invece come noi li accoglie con piacere; come nel caso del Calamaro saltato al timo su fonduta di Parmigiano e Caciocacavallo fresco con bottarga e lime. La delicatezza del calamaro emergeva nonostante la spinta di sapidità data dalla fonduta, che faceva da ottima base al piatto. L’emulsione al timo, pianta fortemente aromatica, dava la nota vegetale senza essere eccessivamente pungente.
Ad accompagnarlo Jermann Pinot Grigio. Ci siamo spostati in Friuli Venezia Giulia per questo Pinot Grigio da uve pinot grigio vinificate parzialmente in bianco. Il colore è un paglierino intenso con leggere sfumature rosa antico. Il profumo è intenso, fruttato, elegante e persistente. Il sapore, invece, è asciutto, morbido, armonico con leggere note minerali.
Passiamo al primo, raviolo di porcini delle Madonie e pecorino con brodo di verdure alla salvia e olio di nocciole. Un piatto estremamente delicato sia per quanto riguarda il ripieno dove forse il pecorino ha avuto un po’ la meglio sui porcini, sia per quanto riguarda il brodo. Molto buona la pasta che viene preparata dallo chef utilizzando 30 tuorli ed 1 albume per Kg, nonostante ciò non risulta affatto pesante all’assaggio. Interessante la nota croccante data dalle nocciole intere, in questo caso sono state scelte quelle di Alba (prodotto eccezionale famoso in tutto il mondo, anche se le nostre nocciole non hanno nulla da invidiare).
Per questo piatto è stato scelto il Tasca Tascante – Contrada Rampante, Nerello Mascalese di un rosso rubino brillante, il profumo è intenso e floreale mentre il sapore è persistente e deciso.
Ora è il momento del secondo, il piatto che Roberta ha preferito tra tutti: triglia con cicoria e provola su vellutata di patate alle vongole. La delicatezza della triglia, la dolcezza della provola, l’amarognolo della cicoria e poi la vellutata, avvolgente, e la sapidità delle vongole… deliziosa!
Per questo piatto è stato scelto un vino iconico Nozze D’Oro di Tasca D’Almerita. Nel 1984 il Conte Giuseppe Tasca d’Almerita decise di celebrare i 50 anni di matrimonio con la moglie Franca con un vino che raccontasse la storia di famiglia e la Tenuta. Nato da Inzolia e Sauvignon, una selezione di una vigna presente a Regaleali dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Giallo paglierino leggero; al naso spiccano le note di cedro, fiori di campo e mandorla; al palato, invece, risulta sapido, morbido e con una buona struttura, il finale è lungo e piacevole. Un bianco elegante e fine.
Il dolce è stato probabilmente la portata più particolare: Carota, mandorla e cioccolato bianco. Un piatto al limite del salato, arricchito da un tocco di zenzero che vuole esaltare l’utilizzo di ingredienti salati in un dolce.
In abbinamento abbiamo provato Chiaro di Luna dell’Azienda Maniscalco. Una scommessa per l’azienda, quella di fare un liquore trasparente ai fiori di agrumi, fruttato, floreale, delicato e rotondo.
Così si è conclusa la nostra piacevolissima cena da Acanto, grazie per l’accoglienza e ci rivediamo presto per il sushi!