Queste settimane sono state davvero impegnative, tante nuove esperienze molto diverse tra loro. Ad esempio, siamo state invitate alla serata Marsala Revolution, che si è tenuta al Charleston. Un evento che si è rivelato, mantenendo le aspettative, assolutamente interessante ed innovativo. La vera sorpresa è che questa serata sia stata organizzata dal ristorante Charleston e da Cantine Pellegrino. Due aziende storiche che rappresentano, ognuna nella propria categoria, eccellenza ed affidabilità. Una scommessa vinta quella di abbinare l’alta cucina alla mixology che denota la volontà di restare al passo con i tempi, puntare ad un pubblico giovane facendo scelte apparentemente azzardate ma di grande carattere. Quella di abbinare la cucina ai cocktail è una moda che dilaga già da qualche anno in tutto il mondo. In Sicilia, dove siamo sempre abbastanza restii alle novità, stenta a decollare anche se oggi sempre più persone decidono di affacciarsi al mondo della mixology e lasciarsi trasportare in un mondo di abbinamenti e sensazioni tutte nuove. Il segreto è, chiaramente, affidarsi a professionisti capaci di creare matrimoni insoliti ma riuscitissimi.
Cantine Pellegrino è una delle storiche realtà del Marsala. Per sopravvivere in un mondo in cui questo delizioso vino è stato relegato ad una nicchia hanno deciso di puntare tutto sui giovani. Come? Rivoluzionando l’idea stessa del Marsala, rendendolo accattivante e moderno tramite una comunicazione giovane, un packaging pop e soprattutto tramite il suo utilizzo nella preparazione dei cocktail.
Marsala Revolution è un progetto nato quattro anni fa che riguarda soprattutto il Marsala Superiore, ben 5 quelli della cantina. I nomi delle bottiglie sono quelli dei pionieri del Marsala, personaggi che hanno dato un grande apporto alla sua storia: HORATIO, Marsala S.O.M. Ambra Secco 2011, dedicato al famoso ammiraglio inglese Horatio Nelson che alla fine del Settecento era solito utilizzare il marsala per rifornire la sua flotta considerandolo una bevanda dai particolari effetti benefici curativi; OLD JOHN, Marsala Superiore Riserva Ambra Semisecco, ispirato al celeberrimo John Woodhouse, ricco mercante inglese che approdò per caso sulle coste marsalesi e, aggiungendo dell’alcol al vino del luogo per poterlo portare con sé in Inghilterra, creò per primo il vino marsala; BIP BENJAMIN, Marsala Superiore Riserva Oro Dolce, il personaggio al quale è dedicato è un intraprendente mercante inglese, Benjamin detto “Bip”, giunto in Sicilia nel 1806, grazie alle sue eccezionali capacità imprenditoriali fondò un vero impero economico legato alla produzione del marsala; UNCLE JOSEPH, Marsala Superiore Rubino Dolce, intitolato all’imprenditore inglese Joseph che nel 1819 raggiunse lo zio Benjamin in Sicilia per produrre vino marsala e distribuirlo nel mondo grazie alla loro imponente flotta di velieri; ANITA GARIBALDI, Marsala Superiore Ambra Dolce, un omaggio alla moglie di Giuseppe Garibaldi che fu accolto nel suo sbarco in Sicilia nel 1860 insieme ai Mille proprio con un bicchiere di vino marsala.
Torniamo al nostro evento. A guidarci durante la serata è stata Carla Spatafora, Brand Ambassador di Cantine Pellegrino. Il menu è stato ideato per l’occasione da Santino Corso, chef del Charleston mentre l’abbinamento con i cocktail è stato studiato insieme a Riccardo Catania, Ambassador Bartender di Cantine Pellegrino.
Iniziamo dall’ amuse bouche che era composto, tra gli altri, da alcuni assaggi che avevamo già raccontato in precedenza come la rivisitazione del Pane Cunzato, il Cannolicchio di Baccalà, la Sarda a beccafico con l’aggiunta del Mini Sfincione di Bagheria. A questo è stato abbinato un “Golden Negroni”, una rivisitazione del Negroni: Bip Benjamin, London Dry Gin, Biancosarti, Twist di Arancia, Build in tumbler con ghiaccio. Golden perché, appunto, fatto con il Bip Benjamin che è un Marsala Superiore Oro Dolce, Oro perché viene prodotto con uve bianche e perché non vi è l’aggiunta del mosto cotto (contrariamente all’ambra); dolce perché ha più di 100 Gr di zucchero per litro. Sarebbe interessante parlare di tutte le varie tipologie di Marsala ma è davvero un modo complesso quindi preferiamo non addentrarci per non creare confusione. E’ stato comunque, molto equilibrato l’abbinamento, interessanti sia il piatto che il cocktail.
Andiamo al primo piatto: Tortelli di stracciatella di bufala, limone infornato, sarda affumicata e polvere di caffè abbinati al cocktail Carosello. Nei tortelli era espressa tutta la maestria, la manualità e la fantasia dello chef, un piatto che abbiamo letteralmente adorato! La pasta fatta a mano era perfetta, per spessore, ripieno e cottura.
Tutti i componenti erano in assoluta sintonia tra loro. Anche qui l’abbinamento era decisamente riuscito; il Carosello è un drink preparato con Horatio, Campari, Ginger Ale, Salvia, Stir and Strain in Collins con ghiaccio, a finire una foglia di Parmigiano. È ispirato a “La giostra d’alcol” un cocktail la cui origine risale al periodo del futurismo, quando i cocktail non venivano inventati dai barman ma dagli artisti.
È l’ora del secondo: ricciola laccata al mango, noci ed erbe in agro accostato al cocktail “Il vento”. Un piatto unico, ricco di sapori e contaminazioni. La ricciola era assolutamente irresistibile! Nel piatto non mancava alcun elemento, ne riguardo al gusto ne riguardo alle consistenze.
Invece, “Il vento” è la rivisitazione di un Americano ed è composto da Old John, Campari, soda all’origano, twist di limone, ramoscello di origano, twist in sparkle in tumbler con ghiaccio.
Concludiamo con il dolce. Un omaggio alla Sicilia nella presentazione e negli ingredienti utilizzati senza dimenticare mai uno sguardo ad oriente: Yuzu (frutto simile al mandarino ed al pompelmo tipico del Giappone), Malvasia e Fichi secchi.
Una piccola opera d’arte gastronomica, uno scrigno di sapori, equilibrato, non troppo dolce e come ogni dolce che si rispetti bellissimo. Con il dolce abbiamo bevuto Anita Garibaldi, Marsala Dolce del 2012, affinato per oltre 24 mesi in botti di Rovere. Il risultato è un Marsala eccezionale, uno splendido color ambra intenso, profumatissimo con note di vaniglia e fichi secchi (che riprendono il dolce alla perfezione). In bocca è persistente, dolce ma non stucchevole, con sentori di miele ed albicocca secca.
Giunte alla conclusione non possiamo che dire buona la prima! È stata una splendida esperienza in uno dei nostri luoghi preferiti nel quale regnano la bellezza, la cortesia, il garbo e la preparazione. Speriamo che questo evento possa fare da apripista a nuove sinergie.
Grazie di tutto, a presto!