La prima giornata del Taormina Gourmet (organizzato da Cronache di Gusto) è passata tra cooking show e masterclass: sicuramente molto impegnativa ma altrettanto soddisfacente.
Piccola premessa, come sempre per arrivare a destinazione ci doveva capitare qualcosa come il treno che ritardasse ( ci abbiamo messo solo quattro ore e mezza ad arrivare a Taormina e che saranno mai!) e piccole altre cose antipatiche. Ovviamente nessuno poteva fermarci e infatti siamo arrivate all’Hotel Isabella sane ma cariche come dei muli e dopo colazione, doccia, scelta dei vestiti, trucco e parrucco, siamo partite alla volta dell’Hotel Villa Diodoro.
Entriamo subito nel clou della manifestazione!
Iniziamo dal primo cooking show (condotto dalla nostra Laura ), il tema era l’arancina mediterranea preparata dallo chef Adriano Pizzurro di Sfrigola. Un’arancina diversa dalle solite, quella proposta, ripiena di pesce spada, branzino, pomodoro ciliegino e limone di Siracusa IGP. Il riso viene cotto in acqua, margarina ed aromi (curry e curcuma anziché il classico zafferano) e questo dona all’arancina una rotondità di ed un gusto marcato anche quando si assaggia il riso privo di condimento.
Ad accompagnarla c’era la Blanche di Bruno Ribadi, birrificio di Cinisi. La filosofia aziendale è quella di produrre delle birre che abbiano uno stile internazionale ma contaminato da ingredienti siciliani. Ad esempio questa birra è fatta con mandarino tardivo di Ciaculli e grano Biancolilla siciliano che si sposava perfettamente con l’arancina della quale riprendeva la nota agrumata.
Il secondo cooking show al quale abbiamo partecipato è stato quello dello chef Pietro D’Agostino (una stella Michelin) del ristorante La Capinera di Taormina. D’Agostino ha preparato il piatto Profumo di mare profumo di sale: palamita scottata con brodo di camomilla, pesce e spezie (zenzero, peperoncino e zafferano dell’Etna) su un tortino di bieta e cime di rapa con l’aggiunta di patata cotta nella cenere, pepe di Sichuan e fiore del ghiaccio proveniente da Motta Sant’Anastasia (si tratta di un fiore edibile, le sue foglie sono leggermente salate e sembrano essere rivestite di cristalli di ghiaccio, che in realtà è una riserva di acqua).
Un piatto molto raffinato, bellissimo e colorato da vedere, che valorizza il territorio siciliano e dove ogni singolo ingrediente contribuisce ad un’armonia di sapori davvero eccezionale.
Uno dei tratti distintivi dello chef è l’utilizzo di piatti unici e diversi gli uni dagli altri, realizzati in collaborazione con Peppino Lopez, artigiano ragusano specializzato nella creazione di piatti in gres, personalizzati ed in edizione limitata. Inoltre, lo chef ha voluto sottolineare il duro lavoro e la passione che sta dietro alla creazione non solo di un piatto ma di ogni singolo ingrediente. Proprio a proposito di questo ci ha raccontato un aneddoto molto carino che riguarda la pesca: un giorno da bambino andò al mercato e vide un pescatore che aveva due ceste di polpi, una aveva un prezzo più basso ed una prezzo più alto ma entrambi erano vivi ed ovviamente locali, quindi chiese al pescatore il perché di quella differenza di prezzo ed egli gli spiegò che quello che vendeva ad un prezzo più basso era sto pescato con la nassa, un metodo più semplice ma che spaventa l’animale, provocando la rottura della bile che va in circolo (dando un sapore meno buono al polpo) e l’irrigidimento delle carni. Quello, invece, più costoso era stato pescato con la fiocina, sistema più complicato, che uccide immediatamente il polpo che rimarrà più tenero. Tutto questo per dire che ogni cosa ha una sua giustificazione e che a volte il consumatore medio si ferma all’apparenza facendo delle scelte “sbagliate” a causa della superficialità. Il piatto è stato abbinato al vino Adènzia di Baglio del Cristo di Campobello.
L’azienda vinicola da qualche anno a questa parte ha iniziato un processo di abbandono dei vitigni internazionali a favore di quelli autoctoni, nel caso specifico abbiamo assaggiato questo bianco nato da un blend di Grillo e Insolia. Un vino fresco e molto minerale che si abbinava perfettamente al piatto dello chef D’Agostino.
Abbiamo concluso la nostra giornata con la masterclass “Birre artigianali e cibi estremi” con Andrea Camaschella e Luigi Schigi. Un laboratorio sugli abbinamenti, inconsueti, che è possibile fare con le birre artigianali ed un modo per far capire che la birra può essere versatile quanto e forse anche più del vino.
-Il primo abbinamento è stato quello tra la Blanche di Bruno Ribadi, della quale abbiamo parlato in precedenza, e dei bocconcini di mozzarella fiordilatte. La birra leggermente agrumata e rustica, grazie alle note date dal grano, smorzava il grasso della mozzarella alla perfezione.
-Il secondo accostamento è stato quello tra la birra Weizen di Manerba ed i salumi, capocollo e pagnottella in crusca, dell’azienda Salumi Martina Franca (Puglia). La Weizen è una birra di frumento maltato, caratterizzata dal lievito, dalle spezie e dal profumo fruttato. Perfetta con i salumi, ha incontrato questo capocollo che viene macerato in vincotto ed affumicato con scorze di mandorle e quercia e la pagnottella, tipico salame pugliese, stagionato nella crusca di grano Senatore Cappelli: assolutamente divini! Anche questo è stato un abbinamento riuscitissimo.
-Il terzo abbinamento ha avuto come protagonista la birra Calibro 7 di Birra Perugia: un’American Pale Ale creata con l’utilizzo di sette luppoli diversi, complessa, fresca ed equilibrata sia all’olfatto che all’assaggio. L’arancina è stato il cibo scelto per questa birra, che a nostro parere scompariva un po’ con l’assaggio della Weizen, che abbiamo preferito in abbinamento ai salumi.
-Il quarto abbinamento ha visto insieme la Culovra di Yblon e la trippa. Si tratta di una birra chiara, forte, leggermente piccante, amara e con una bella schiuma, perfetta con la trippa.
-Il quinto ed ultimo abbinamento è stato quello tra la Hot Night at the village del birrificio Foglie D’erba ed i pasticcini a base di pasta di mandorle. A nostro parere è stato il più riuscito della serata! La birra viene fatta utilizzando pochi ingredienti, è beverina, leggermente acida e sa di caffè, cacao e liquirizia.
Domani ci aspettano altri cooking show, masterclass ed i banchi d’assaggio. Noi siamo già pronte, seguiteci per restare aggiornati!