Fin dall’antichità ogni paese che si affaccia sul Mediterraneo produce bevande a base di anice, l’uso della pianta come aromatizzante di cibo e bevande era già in voga tra i greci e i romani e si diffuse poi in tutto il resto dell’Europa.
Come ad esempio il raki, bevanda nazionale della Turchia, la mastika nei Paesi balcanici, l’ouzo in Grecia. Anche l’Italia è produttrice di liquori base d’anice: su tutti basti pensare al sambuca.
Ma è valicando le Alpi che troviamo il liquore all’anice più famoso al mondo: il Pastis ottenuto per macerazione in alcool di anice stellato, liquirizia e alcune altre piante aromatiche della Provenza.
E’ la bevanda simbolo della città di Marsiglia da quando nei primi del 900 fu interdetto l’uso e la vendita di assenzio. Da qual momento si rese necessaria la creazione di una bevanda dal moderato contenuto alcolico (che badate bene è comunque 45%) che avesse il gusto e gli aromi simili a quelli della fatina verde, tanto cara ad artisti, musicisti e scrittori.
Il suo nome deriva dalla parola pastìs (pasticcio, miscuglio) e tanti banchi di mescita a Marsiglia iniziarono a proporre la loro ricetta del liquore anche se la vera svolta nella storia della bevanda si ebbe nel 1932, quando un giovane marsigliese, tale Paul Ricard, aggiunse alla ricetta di base un ingrediente nuovo.
L’innovazione proposta da Paul Ricard prevedeva l’aggiunta dell’aroma di liquirizia, che si univa alle altre piante in infusione per un successo immediato e senza precedenti.
Quello che forse non tutti sanno è che in realtà, un’altra celebre bevanda alcolica a base di anice ha origini un pò più antiche: parliamo del Pernod, il liquore inventato da Henri-Louis Pernod.
La sua miscela viene imbottigliata esclusivamente a Marsiglia, così come i pastis… ma mentre i pastis sono ottenuti per macerazione di polvere di liquirizia in una miscela di vari ingredienti, il Pernod deve il suo gusto intenso e il bouquet raffinato alla distillazione delle piante, tra cui ovviamente l’aroma di anice, menta e coriandolo.
Eh si, perché il Pernod non è un pastis ed i pastis non sono Pernod… anche se il colosso finì per fondersi con un altro leader della produzione di liquori all’anice, Richard; nacque così nel 1975 la Pernod-Richard oggi leader nella distribuzione mondiale dei premium spirit.
Fatta chiarezza sul punto si rende necessaria un’altra spiegazione.
Pastis ne esistono tanti, non ci stanno solo il Richard o il 51… Henri Bardouin ad esempio, è forse il migliore pastis tradizionale, con oltre 30 erbe e spezie o il Pastis d’antan Combier.
Insomma, la storia dovrebbe essere questa più o meno.
I due liquori hanno all’incirca la stessa gradazione alcolica e si servono allo stesso modo: 1/4 di liquore, 3/4 d’acqua cui alla fine si aggiunge il ghiaccio (2-3 cubetti).
Entrambi poi a contatto con l’acqua assumono una colorazione opalescente (con una lieve tendenza al verde nel Perond) che non avviene per magia, a dispetto di quanto sempre pensato ma a causa del principio attivo dell’anice.
Da parte mia, non bevo altro da fine maggio a ottobre, quanto le temperature inumane si avventano sulla mia città. Ed è proprio nel caldo afoso di una città di mare o a tarda sera in agosto, quando per miracolo soffia un alito di vento i che Pernod e i pastis fanno la loro: l’illusione di una immediata quanto illusoria, fresca, leggerezza (e poi con due-tre ti porti a casa pure un pò di serenità).
Io in genere preferisco il Pernod, non solo perché lo trovo più intenso e raffinato ma anche e sopratutto per essere stato una delle bevande preferite dal commissario Maigret, il commissario della penna di Georges Simenon.
É in entrambi i casi l’aperitivo o l’immediato dopo-cena che consiglio in assoluto per tutto il mese di agosto, a tutti quelli per cui il bere è comunque “deciso”, per quelli un pò nostalgici e per quelli che: “ Non posso farcela…ma quando arriva l’autunno?”
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