Ormai è abbastanza evidente: ci siamo date all’alcool ahah. Quest’inverno ci siamo dedicate molto a vini e liquori, vuoi perché stiamo facendo il corso da sommelier, vuoi perché quest’anno le temperature a Palermo non sono state proprio miti ed almeno così ci riscaldiamo.
Ad ogni modo, oggi ci sposteremo idealmente in quella che per decenni è stata considerata la capitale siciliana del vino (lo è tutt’ora anche se ci sono recenti importanti realtà) ovvero Marsala. Lo facciamo per parlarvi di una delle aziende più antiche e rappresentative di questa cittadina ossia Cantine Pellegrino. Un’azienda che davvero non ha bisogno di presentazioni! Dal 1880, fino ai giorni nostri, ben sette generazioni della famiglia Pellegrino hanno lavorato incessantemente al servizio del vino, portando in tutto il mondo il Marsala e tutta la Sicilia.
Oggi, però, non parleremo di vini bensì del loro “nuovo” amaro. “Nuovo” perché in realtà si tratta di una ricetta antica. Dall’italianizzazione del francese Bateau nasce Batò, l’amaro siciliano che racconta uno storico episodio molto importante per la famiglia Pellegrino. Alla fine dell’ottocento, ed in particolare nel 1895, Paolo Pellegrino, capostipite della famiglia, chiama il liquorista francese Oscar Despagne per servirsi delle sue competenze. In poco tempo Despagne diventa l’uomo di fiducia della famiglia e su richiesta della stessa crea un amaro che rispecchia la grande tradizione liquorista francese ma anche il territorio nel quale viene creato e dal quale viene ispirato. Quello tra i due storici personaggi è un sodalizio creativo che ben presto diventerà anche familiare grazie alle nozze tra il primogenito ed erede di Paolo, Carlo Pellegrino, e Josephine Despagne, figlia del liquorista.
La ricetta di Batò è la stessa di allora. L’amaro è ottenuto dalla lunga e lenta macerazione in alcool di oltre venti erbe officinali ed essenze. Gli aromi sono quelli tipici del Mediterraneo, caldi ed avvolgenti. Il packaging è molto intrigante e moderno, estremamente sobrio considerando i classici amari, la bottiglia è molto scura, quasi nera ed è caratterizzata dal disegno di una nave stilizzata che, chiaramente, richiama il nome.
Ovviamente noi l’abbiamo provato e vi diciamo com’è: già alla vista si ha una sensazione di calore grazie al suo colore bruno intenso; all’olfatto rivela note aromatiche e balsamiche caratteristiche della zona di produzione, i primi sentori che si avvertono sono l’arancia amara e la menta, poi arrivano il caffè tostato, la liquirizia ed il cacao; all’assaggio si percepiscono tutte le note anticipate dal profumo, il gusto è rotondo, morbido, tendenzialmente amaro ma con degli accenni di dolcezza. È perfetto sia liscio, da bere a temperatura ambiente o con ghiaccio, sia all’interno di cocktails, ad esempio insieme all’acqua tonica, solo o in accompagnamento a dei dolci alla ricotta o alla vaniglia.
È bello vedere che un’azienda come Cantine Pellegrino, orgoglio siciliano grazie alla sua longevità ed importanza, riesca ancora a sorprendere con prodotti nuovi, al passo con le tendenze anche nel gusto.